vedi napoli e poi muori
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Il Detto “Vedi Napoli e poi muori”: la napolitudine come sentimento di chi scopre la città

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Vedi Napoli e puoi muori oppure “See Naples and die“: solo chi ha visto e vissuto la città del sole può spiegare quanto questa affermazione sia vera.

Vedi Napoli e puoi muori è un detto divenuto popolare nell’antichità ma che prospera nella modernità, un vero e proprio omaggio alla città che nasce da un sentimento di passione e fascino nei confronti di Napoli. Un inno alla sua bellezza, al clima, ai suoi abitanti, alla cultura e ai suoi monumenti, fino alla meraviglia che conserva.

Napoli è un luogo di contrasti e contraddizioni, ma è proprio questa sua complessità che la rende irrefrenabile e capace di generare un sentimento di amore incondizionato per chi la scopre e la vive.

La Napolitudine della bellezza malinconica

Il termine napolitudine è diventato l’espressione propria di una sensazione di malinconia descritta dai turisti e dagli stessi napoletani nel momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli e dalla città, tradizionalmente marchiata dal detto “Vedi Napoli e poi muori”.

A scrivere per primo questa frase, o meglio questo iconico detto che è passato alla storia della tradizione napoletana, fu il famoso poeta Johan Wolfgang van Goethe.

In una breve, semplice e diretta frase, il poeta racchiuse tutti i sentimenti e le sensazioni che la magica città di Napoli gli aveva trasmesso. Goethe ripeteva “Napoli è un paradiso”.

Il poeta tedesco scrive ancora: “Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi“. E ancora “Tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso…non mi riconosco quasi più, mi sembra di essere un altro uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso”.

See Naples and die

Guardare Napoli, le sue bellezze e la sua cultura, vivere le tradizioni e poi, andando via dalla città, sentirsi vuoti. “Vedi Napoli e poi muori” è un detto popolare diventato un modo di esprimere l’ammirazione e la bellezza della città di Napoli.

La leggenda vuole che Goethe fosse rimasto così affascinato dalla città visitata nel 1786 e dalla sua bellezza, tanto da sintetizzare le sue emozioni in questa frase, affermando che dopo aver visto Napoli, non c’era nulla di più bello da vedere nel mondo.

Sebbene non esista alcuna prova documentata che Goethe abbia effettivamente detto questa frase durante la sua visita a Napoli, è molto probabile che la frase sia stata attribuita a lui in un contesto romanzato successivamente: Goethe era noto per le sue esperienze di viaggio e le sue descrizioni dettagliate delle città che visitava.

Indipendentemente dall’esattezza dell’origine del detto, “Vedi Napoli e poi muori” è diventato un modo poetico per esprimere l’ammirazione per la città di Napoli e la sua bellezza unica.

Giallo Napoli emblema della città: il colore della positività

Un amore oltre la morte

Napoli è una città che incanta e sconvolge, che ti avvolge in un vortice di emozioni. Quando dici “Vedi Napoli e poi muori”, non parli della fine del viaggio, ma dell’inizio di un amore profondo e duraturo per una città che è un mondo a sé stante. Napoli è un’esperienza, un’emozione, e una volta che l’hai vissuta, rimarrà con te per sempre.

Anche a Gilda Mignonette è legato il modo di dire napoletano che ha fatto il giro del mondo. Lei, gravemente ammalata e in fin di vita, a bordo del transatlantico Homeland che la rimpatriava dall’America, a chi le chiedeva dove trovasse la forza di volere sempre guardare il mare, lei rispondeva di volere vedere le coste di Napoli prima di lasciarsi morire in pace. 

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