arci scampia_alebottone
arci scampia_alebottone

Scampia, l’oasi di calcio in un deserto incompreso.

0 Shares
0
0
0
0

Per molti è solo una periferia all’insegna del degrado e soprattutto un grande supermercato di droga a cielo aperto in realtà è ben altro, è un cuore pulsante di solidarietà, impegno sociale, vitalità, partecipazione e voglia di riscatto: Anche attraverso lo sport e il pallone. 𝘥𝘪 𝘊𝘪𝘳𝘰 𝘛𝘳𝘰𝘪𝘴𝘦

Se ti immergi nella vita di Scampia, noterai diverse oasi contro il degrado, avamposti in una vera e propria battaglia contro l’abbandono sociale. Oggi facciamo caso ad un oasi ben strutturata, che come mezzo usa il calcio – lo sport più popolare che conosciamo e l’attività preminente degli scugnizzi di strada – per affrontare la prospettiva di vita che l’eccesso di potere della camorra sembra attrarre.


L’Arci Scampia e l’associazione sportiva creata dai volontari, maestri di calcio e dirigenti che hanno vinto una sfida colettiva. La figura principale è Antonio Piccolo, in passato portiere con trascorsi in Serie D e nei campionati dilettantistici, ed oggi simbolo di questa splendida esperienza. Per tutti quelli che, pensano a Scampia, immaginano solo droga e violenza, consiglio un viaggio a Napoli con destinazione Via F.lli Cervi, 8. Un magnifico centro con ben tre terreni di gioco in erba sintetica, un’area d’allenamento per i portieri e un campo di pallavolo. Ma com’è nata questa struttura? Qual è il suo percorso? Come ha acquisito il ruolo di oasi in un deserto incompreso?

La vera svolta e popolarità di questo progetto arriva nel 2010, quando la Fondazione Cannavaro-Ferrara crede nel potenziale dei ragazzi di periferia a tal punto da ideare quest’iniziativa e creando così un centro imponente che diventa un vero e propio punto di riferimento: un oasi in un deserto che resta ancora incompreso, ma che allo stesso tempo diventa un porto sicuro per i ragazzi che sognano il proprio riscatto.

L’Arci Scampia continua a crescere e ad oggi i ragazzi hanno a disposizione un centro sportivo all’avanguardia. Ciò nonostante, i costi di iscrizione restano bassi ed accessibili a tutti per conservare proprio la sua rivalsa sociale.Dietro questo progetto c’è un grande team tecnico, circa quaranta collaboratori, tra cui numerosi volontari, i quali fanno in modo che si crei una realtà alternativa che ha scelto il calcio per combattere una guerra contro l’abbandono al degrado del quartiere.

0 Shares